venerdì 26 settembre 2008

Ieri a Varese gli stranieri c'erano. Ma erano quelli di sempre....


Chissà se lunedì qualcuno li ringrazierà per la loro partecipazione... o torneranno ad essere considerati un problema.

giovedì 25 settembre 2008

Pisciatine Mondiali

E' così che mi viene da definirle, anche se mi tocca essere volgare.
Ma come chiamare altrimenti i manifesti "Welcome to Varese the capital of Padania", gli adiesivi con Alberto da Giussano su tutta la segnaletica del percorso ciclistico, la scritta ripassata "secessione" alla rotonda di Induno sulla Valganna, il gazebo leghista nel parcheggio pubblico di Villa Recalcati sede della Provincia, le sagome dei ciclisti con le facce dei big della Lega sulla rotonda di Capolago, i cartelli turistici in dialetto, le bandiere con la rosa camuna dei tifosi e il non alzarsi in piedi durante l'Inno Italiano alla cerimonia di apertura dei Mondiali?
Piero Angela in un suo documentario, se si trattasse di descrivere i comportamenti di un branco di animali, li definirebbe modi per segnare il territorio... pisciatine, appunto. Pisciatine Mondiali.

mercoledì 24 settembre 2008

Uelcom tu Varese te capital of Padania

Questi manifesti che tappezzano la città, messa da parte l'irritazione iniziale, mi fanno anche un po' ridere.
E non è solo per l'inglese, a cercare di essere maldestramente internazionali.
Se li mettiamo a confronto con il deserto che regna a Varese in questi primi giorni di Mondiale, infatti, vien fuori l'esito drammatico dei messaggi che la Lega ci propina da anni.
Sì, perchè a furia di fomentare l'intolleranza, l'individualismo e la paura, metà di chi abita a Varese è scappato fori città nel timore di una presunta invasione di persone che allo stato non c'è ancora. Quelli che sono rimasti, invece, non fanno altro che lagnarsi dei disagi per strade chiuse, corse degli autobus saltate e l'incertezza che regna su tutto.
Non mi sorprenderebbe poi se qualcuno mi dicesse che ha anche fatto scorta di medicine, acqua, zucchero e scatolette di tonno come se fossimo in guerra, visto il clima da panico.
Così, a furia di pensare arrogantemente che "son padroni a casa loro", quano c'è il rischio di venire "invasi" loro malgrado da una folla festosa per una manifestazione internazionale, scappano o si barricano in casa facendo rischiare il fallimento della maifestazione ai loro amministratori comunali.
Complimenti: "welcome to Varese, the capital of Padania".
Io intanto mi godo il silenzio e la città deserta.

martedì 23 settembre 2008

Ancora su Valmori

La vicenda relativa alle dichiarazioni omofobe di Valmori è fatto abbastanza noto per chi ha seguito Varesenews negli scorsi giorni (qui l'articolo e qui il resoconto della seduta del 17/09/08, del Consiglio Comunale di Albizzate).
Stante il velo di silenzio caduto sulla vicenda, vorrei segnalare il video del caro amico Davide Colombo (un vero genio!), in modo da riprendere l'argomento partendo da un sorriso.

Cerimonia d'inaugurazione dei Mondiali di Ciclismo 2008

lunedì 22 settembre 2008

venerdì 12 settembre 2008

Il Bike Sharing esiste davvero... parola di Stefania Radman!!

Riporto qui il bellissimo articolo di Stefania Radman apparso oggi su Varesenews.

h 15.30 C’è un primo ostacolo al mio esperimento di bike sharing: vado sul sito di Bicincittà per vedere quante bici sono disponibili alla ciclostazione delle Ferrovie dello Stato, il punto più vicino a casa mia: ma i simpatici omini – cartone mi segnalano che non ce n’è nemmeno una. Girovagando tra le pagine, scopro che per ora le biciclette in funzione sono solo sei, tutte alla ciclostazione di piazza Repubblica. Vabbè, partiamo lo stesso: d’altra parte sono le prime ore di vita del bike sharing. Però vi teniamo d’occhio, organizzatori: tirate fuori le altre 26 biciclette al più presto…

h.16.00: Cicloparcheggio di Piazza Repubblica. Questo lo conosco: l’ho visto stamattina alla presentazione, da qui sono partiti il sindaco e gli assessori. Ce la posso fare. Appoggio la tesserina sul sensore elettronico, che la riconosce e incomincia a lampeggiare: questo è il momento in cui – in teoria- va sfilata la bici dai supporti e si parte. In pratica però faccio la figura della ladra: non c’è verso di staccarla dal suo supporto e non capisco come si fa. Mi attacco a tutti i telefoni – addetta stampa del Comune, addetto stampa Whirlpool, numero di assistenza via cellulare che sta sulla tesserina - già pregustandomi sadicamente lo scoop negativo. Nessuno mi risponde, per una specie di quadratura astrale: ma nel frattempo la bicicletta magicamente si stacca, e senza fatica. Chissà cosa avevo combinato per non riuscire a farcela. Nel frattempo un capannello di signori si avvicina e cerca di capire cosa sto facendo. Quando lo spiego, ho intorno a me facce molto soddisfatte: “Bella iniziativa davvero…” sorride uno dei passanti.
Parto, e dopo pochi metri mi richiama il responsabile stampa Whirlpool "Mannò! davvero l'hai fatto, di salire sulla bicicletta? ecco perchè piove...".

h.16.10 Devo ricordarmi di non ragionare come un'automobilista: la meta della mia gita è la CNA, via Bonini zona ippodromo, dove ho un appuntamento: con la bici faccio la strada che faccio di solito e, dopo avere allegramente sfrecciato oltre il tribunale senza sostanziali problemi viabilistici, mi ritrovo a cambiare tutte e sette le marce del cambio semplificato (per la cronaca, davvero comodo anche per chi non ne è avvezzo) che la bicicletta sfoggia. Ho fatto l'errore tattico di prendere “la solita strada”, quella che costeggia villa Panza da una piccola vietta che mi fa evitare il traffico passando per Biumo Superiore, e ora sono qui a banfare. Non ho più il fisico. A mali estremi, estremi rimedi: la parte più ripida della salita la faccio a piedi portandomi dietro la bici. Che non è pesante.


h.16.25 Malgrado tutto ce l'ho fatta: sono in via Bonini ed entro in cortile approfittando del minimo ingombro della bici. Gli impiegati si avvicinano tutti a vedere: hanno già sentito parlare dell'iniziativa, ne sono curiosissimi, mi tempestano di domande su come funziona e quanto costa. Una di loro esclama: “Caspita ci ho pensato proprio ad una soluzione del genere per i giorni dei mondiali! Arrivo in treno, prendo la bici, vengo a lavorare e la riporto a sera. Ma mi sembra di capire che per 8 ore l'affitto costa troppo...”
E' proprio così: “l'affitto” costa troppo perchè la logica del bike sharing non è questa: queste bici dovrebbero funzionare come un bus o un taxi. Ti portano da qui a lì, poi le lasci e le ripigli. Usate così, agli utenti non costano praticamente niente. Il segreto, però, sta nelle stazioni: più ce n'è, meno si tiene la bici. Conveniamo tutti che visto che sono a due passi dall'epicentro dei mondiali (l'ippodromo, che diventerà cycling stadium) e dall'ufficio informazioni per il turismo, un'altra ciclostazione all'ippodromo sarebbe piuttosto logica. Io poi ci aggiungerei anche una stazione in un posto qualunque tra prefettura, sede della Provincia e Questura. E' troppo tardi per il consiglio?

h.18.20 sulla via del ritorno. Stavolta provo a passare da viale Aguggiari, dove c'è uno spazio dedicato alle bici sulla carreggiata. Ne approfitto, passando dall'Ippodromo, per fare la foto dove avevamo deciso che ci voleva una stazione. Poi proseguo, e la fiammante bici sponsorizzata Comune di Varese e Whirlpool sfreccia verso il centro. Arrivata al limite di piazza Beccaria, prendo una decisione che probabilmente vìola un tot di articoli di codice della strada: prendo la corsia bus, per non essere costretta a fare il lungo percorso a cui sono costrette le macchine. Non è male, mi sento molto più sicura, è un percorso protetto al contrario degli altri. Polizia locale, si può fare? Perchè sarebbe una bella soluzione per i ciclisti, che eviterebbero di rischiare grosso tra le strade trafficate.
Con questo metodo passo piazza Monte Grappa e arrivo fino alla stazione delle FS, la mia meta finale. Tempo di percorrenza, si e no un quarto d'ora: ma giusto perchè sono tremendamente guardinga con questo mezzo, che non utilizzo da un bel po' di tempo.

18.35: Arrivata alle Ferrovie dello Stato cerco la stazione dove lasciare la bici e la trovo in un posto un po' illogico: la zona tra la biglietteria AVT e l'info point dei mondiali. Posizionata dalla parte più pericolosa della via Milano, quella a tre corsie per le macchine. Io ovviamente, ormai dimentica della mia antica condizione di automobilista, ho preso la corsia riservata ai bus, una carreggiata più in là, e mi ritrovo dalla parte opposta. Morale: piuttosto che tornare dalla parte pericolosa della strada, mi carico la bicicletta sulla spalla e scendo i tre gradini che mi separano dalla fine della mia gita.
Non prima di essermi fatta fotografare dall'attonita operatrice dell'infopoint. Non le aveva mai viste le biciclette del bike sharing, il cui parchegio le sta proprio di fronte, e il fatto che una tipa si materializzi lì con quel mezzo la stupisce alquanto.
“Che belle che sono!” commenta “Ma restano qui? Anche la notte?”. Già, questo non lo so. Guardo la stazione FS, non esattamente un posto raccomandabile di notte, e mi sento un po' responsabile. Del resto qui c'è una stazione, la più vicina a dove devo andare io. E poi devo provare se è vero che on line c'è la situazione in tempo reale della disponibilità delle biciclette.

h. 19.00: E' proprio vero che on line c'è la situazione in tempo reale della disponibilità: tornata a casa dò un'occhiata alla pagina e, guardando dallo schermo del pc, scopro che dove prima c'erano solo sei biciclette in piazza Repubblica, ora in piazza Repubblica ce ne sono 5 e la mia campeggia nella finestrella della stazione. Quasi quasi la ricontrollo per vedere se la rubano...

Epilogo
Venerdì 12 settembre, ore 9: è il primo pensiero riaccendendo il computer: la bicicletta è ancora lì? Virtualmente, sì.
Il mio primo bike sharing ha funzionato.



Venerdi 12 Settembre 2008
Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Grazie a Giancarlo Valmori, assessore leghista del comune di Albizzate, la nostra provincia torna ad essere sotto la luce dei riflettori.
C'è poco da ringraziarlo, però. Le sue dichiarazioni ieri mattina su Rai2 (qui l'articolo) sono agghiaccianti.
Leggo infatti che il nostro, discutendo in diretta sulle recenti aggressioni alle coppie gay e sull'omosessualità, ha dichiarato che «la tolleranza ci può anche essere ma se vengono messi dove sono sempre stati...anche nelle foibe».
A fronte della reazione di Cecchi Paone, ospite in studio di "Insieme sul due", l'assessore ha risposto: «apprezzo l'opera di Paone quando fa il presentatore non quando fa il "finocchio" o il pederasta».
Uno schifo.
Uno schifo perchè un assessore ha la responsabilità non solo di amministrare una comunità ma anche di rappresentarla e di essere da esempio.
E a fronte di dichiarazioni del genere rese come acqua fresca alle telecamere, una comunità che si dice civile e indipendentemente dal credo politico, non può rimanere indifferente.
Purtroppo lo spaccato che esce dai commenti alla notizia su Varesenews, non è dei più confortanti (qui i commenti).
C'è sì l'indignazione, ma c'è anche chi minimizza e chi condivide il valmoripensiero sentendosi legittimato a rincarare la dose.
Anche questo piccolo episodio di provincia mi fa pensare al baratro culturale in cui siamo caduti tutti, complice l'incapacità di scegliere chi ci deve rappresentare responsabilimente e la pochezza di chi si offre a rappresentarci.
E questo baratro è un pericolosissimo buco nero perchè oggi sono gli omosessuali o gli extracomunitari
o le prostitute in strada (e solo in strada, riducendo il problema ad una sola questione di decoro urbano) a diventare i capri espiatori, ma domani potrebbe anche essere chiunque di noi se a qualcuno salta in mente che si ha qualche diversità anche solo di pensiero o di comportamento, rispetto al resto del branco.

giovedì 11 settembre 2008

Evvai!!!


(foto di Stefania Radman - Varesenews)
Qui l'articolo.
Ora però dobbiamo mettercela tutta perchè il Bike Sharing possa veramente funzioniare e non si riveli invece un fallimento, una volta passata l'onda d'entusiasmo per i Mondiali di ciclismo.
4 rastrelliere e 32 biciclette, installate grazie all'intervento Whirlpool Europe, sono infatti un buon inizio ma non bastano a creare un sistema di trasporto pubblico alternativo ai mezzi a motore.
Dobbiamo vedere sino a che punto quest'Amministrazione crede nel progetto e fino a che punto è pronta ad intervenire, potenziando il numero di rastrelliere (come se fossero fermate d'autobus) e il numero di biciclette, ampliando le piste ciclabili e le zone a traffico limitato, investendo nella promozione del Bike Sharing presso le scuole e con i cittadini.
E magari dando il buon esempio, iniziando per primi a pedalare per le strade della città, non solo in occasione dei Mondiali.

giovedì 4 settembre 2008
























Galleria GHIGGINI 1822 - Sala rossa

Elisabetta Cacioppo, Attimi di vita sospesi, testi di Matteo Inzaghi

Inaugurazione: mercoledì 10 settembre 2008 alle ore 18

Periodo: dal 10 settembre al 5 ottobre 2008
Indirizzo: Via Albuzzi, 17 - 21100 Varese

Orario: da martedì a sabato, ore 10 - 12,30; 16 - 19 - INGRESSO LIBERO

Per informazioni: tel. 0332-284025 E-mail: galleria@ghiggini.it

COMUNICATO STAMPA

Si inaugura mercoledì 10 settembre alle ore 18 presso la Sala Rossa al terzo piano della Ghiggini 1822 la mostra di Elisabetta Cacioppo dal titolo Attimi di vita sospesi.

Questa esposizione darà il via alla stagione autunnale della galleria e farà parte degli eventi che stiamo organizzando per i Mondiali di ciclismo 2008: in mostra sono 30 fotografie legate nella loro lettura dai testi di Matteo Inzaghi e dalle brevi didascalie dell'autrice degli scatti.

Elisabetta Cacioppo nasce a Vigevano nel febbraio del 1968. A sei anni segue la famiglia in Lussemburgo dove trascorre parte della sua adolescenza studiando alla Scuola Europea, ambiente che le dona la possibilità di entrare in contatto con persone, lingue e culture diverse, suscitando e affinando in lei il pregio della curiosità. A 16 anni torna in Italia e si stabilisce a Varese. La Laurea in Giurisprudenza, conseguita all'Università degli studi di Milano, le permette di esercitare dal 1999 la professione di avvocato a cui affianca un intenso impegno civile e politico, nella convinzione che la responsabilità sociale e la partecipazione siano un dovere morale e il migliore esercizio del diritto di cittadinanza.

"Alla fotografia ci sono arrivata quasi per caso; per l'esigenza, profondamente avvertita, di non farmi travolgere da una quotidianità fatta spesso di ritmi poco umani e di percorsi abitudinari. Per me la fotografia è una sorta di esercizio che serve per non perdere di vista la bellezza e la poesia di cui è ricca la quotidianità. Per questo scatto con una semplice Canon PowerShot A 640, che volgarmente si definisce una "compatta". Non una strumentazione professionale, non una ricerca della foto tecnicamente "bella". Le fotografie che realizzo sono il semplice frutto della mia personalissima ricerca del poetico e dell'emozionante; cerco di fermare e tradurre lo stupore e la sorpresa che mi destano i preziosi doni che sono soliti fare oggetti, paesaggi o persone, nell'indifferenza dei più, catturandoli per me stessa e per chi ancora ha tempo, voglia o semplicemente bisogno di bellezza".

ALTRE NOTIZIE SU: www.ghiggini.it