giovedì 10 luglio 2008

Quanta distanza da quel 14 settembre 2002

Piazza San Giovanni, 14 settembre 2002. Orgogliosamente posso dire che c'ero. Ho avuto modo così di vedere la partecipazione democratica di tante persone, sul palco e tra la folla, senza distinzione di ruoli. Non c'erano santoni, non c'era la pancia della ggènte da centrifugare. La manifestazione evidenziava l'indignazione e la voglia di cambiare attraverso la denuncia, sì, ma mai attraverso l'insulto gratuito del "'ndò cojo, cojo". Nascevano i Girotondi in quella piazza, con Moretti che non cercava di diventare un capopopolo, che non aveva secondi fini personali, che non cercava di vendere nessun prodotto. Era una protesta civile e democratica contro le porcherie che si stavano compiendo sui diritti fondamentali per una democrazia, attraverso l'impegno di ciascuno. Un impegno prima di tutto morale a partecipare, spendendosi in prima persona, nella protesta. E il discorso di Moretti (qui) fu memorabile!
Fu una stagione bellissima, quella, per me. Si ragionava, si coinvolgevano le persone, si facevano iniziative che chiarivano i passaggi balordi che stava attuando il governo e si difendevano i diritti calpestati, per un dovere morale e nell'interesse diffuso.
Ne uscii quando mi resi conto che, defilatosi giustamente Moretti, alcuni volevano portare i movimenti a sostituirsi ai partiti, presentando una propria lista alle Europee, senza però avere un'organizzazione ed essere capaci di fare veramente politica. Si stava andando verso una personificazione della società civile: i movimenti esprimevano anche loro dei leader che si imponevano come interlocutori col resto del mondo, rivendicando un loro presunto potere perchè rappresentanti della società civile pur non avendo mai avuto alcun mandato formale. E intanto promuovevano i loro libri o i loro giornali.

Altrettanto orgogliosamente posso dire di non aver partecipato alla manifestazione di Piazza Navona l'8 luglio 2008. E mi dà anche un po' fastidio che si parli ancora di Girotondi, quei Girotondi del 14 settembre 2002. Ciò che è accaduto l'altro ieri è ben lontano dal sentimento di indignazione democratica respirata sei anni fa a Roma. Il palco di Piazza Navona è stata per lo più una passerella opportunista e volgare, senza rispetto neppure per i partecipanti. Perchè per una società che si dice civile, non è ammissibile sentire tanti insulti gratuiti. Piazza Navona è l'altra faccia della stessa medaglia. Loro e Berlusconi che usano gli stessi strumenti violenti ad attirare l'attenzione dei media, per creare fazioni a salvaguardia solo di stessi, per i propri interessi.
E poi c'è chi non si sente neppure in dovere, un dovere morale, di andare in piazza a dimostrare la sua indignazione. Beppe Grillo infatti era comodamente in vacanza. Proprio nell'appartamento di proprietà (forse suo o di una società a lui collegata) sotto a dove ero ospite io. Un appartamento con un bel giardino, tra gli oleandri, affacciato sul campo da golf del Pevero, in Costa Smeralda, a pochi chilometri dalla villa di Berlusconi.
Facile mandare a 'fanculo' a casaccio, per telefono, nel silenzio di una situazione protetta, certi che i frutti delle bordate si materializzeranno sul conto in banca.
Facile, soprattutto quando si ha il favore di un popolo che non sa pensare e non fa più della coerenza e del buon gusto, dei valori.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Brava.
Ora speriamo che il 25 ottobre la piazza serva a NOI, che torni ad essere di tutti i cittadini e che sul palco si parli di politica, di cose concrete e utili, perché ne abbiamo davvero bisogno!

Elisabetta Cacioppo ha detto...

Essì... anche se il 25 ottobre mi sembra una data un po' lontana...

Anonimo ha detto...

BASTA ESSERE BUONI!