lunedì 17 marzo 2008

Nel riguardare le foto di venerdì sera, ritorna l'emozione a togliere il fiato. Non è fanatismo il mio. Il fanatismo non fa parte del mio carattere. E' l'emozione per aver trovato la mia stessa passione politica in migliaia di persone che affollavano il Teatro Apollonio prima e Piazza della Repubblica dopo, quando Veltroni ci ha chiesto di uscire per consentire a tutti, anche quelli rimasti fuori dal Teatro, di poter ascoltare il suo discorso.
Non tifo da stadio, ma partecipazione ragionata. Per ascoltare, per capire questo nuovo messaggio che proviene dal PD. Per poter dire consapevolmente: mi fido di te.
Ho camminato in mezzo all'immensa folla, guardando i volti delle persone mentre Veltroni parlava. Persone di tutti i tipi e di tutte le età. Ho anche riconosciuto visi che mai mi sarei aspettata di vedere in piazza, in tarda serata e per un leader politico di centrosinistra.
Ho visto le loro espressioni soddisfatte sul concetto che emergeva dal discorso complessivo, diretto a normalizzare la politica, riportandola sul binario del confronto sui programmi, sulle idee, e non dell'insulto, della volgarità e dello sberleffo. Ho applaudito anch'io sul "mai più vertici di maggioranza" a bloccare un paese e sulla necessità di snellire burocrazia ed istituzioni.
Mi sono emozionata per la grande umanità di Veltroni nel parlare per due ore alle persone in piazza, su un palchetto improvvisato, sotto ad un cielo pieno di stelle e in un'aria da primavera (in tutti i sensi).
E mi sono emozionata anche quando mi ha detto di smetterla di dagli del lei, prestandosi con grande disponibilità ad un abbraccio di gruppo per la foto che servirà per la nostra campagna elettorale qui a Varese.
Grazie a quest'uomo e al suo impegno, venerdì sera Varese s'è levata l'etichetta di città leghista che tutt'Italia purtroppo conosce. Varese non appartiene ad un partito, Varese appartiene ai cittadini, liberi di scegliere, liberi di cambiare le cose.

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