Da Repubblica.it: ''Come ho sostenuto anche lo scorso anno a Cefalonia, credo che sia importante che gli italiani mantengano costantemente viva la memoria e consapevole la coscienza delle diverse tappe e componenti del processo di maturazione e di lotta che ha condotto il nostro Paese alla liberazione''. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano avviando al Quirinale le celebrazioni ufficiali del 63/o anniversario della Lotta di Liberazione (24 aprile 2008).
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Renato aveva vent'anni, studiava chimica, lavorava e pedalava sulla sua bicicletta. Vent'anni ed una figlia da crescere, avuta dalla cameriera di casa.
Per quella donna aveva deciso di tagliare i ponti con la sua vita agiata perchè non sopportava il peso di un giudizio familiare che considerava il suo matrimonio con sottile vergogna, come un matrimonio riparatore. Per lui era amore e non una questione di classe sociale.
Aveva vent'anni, una moglie e una figlia da mantenere, le sue idee erano chiare e non aveva paura. In amore e soprattutto in politica.
Così mentre l'Italia stava agonizzando, decise, contro il regime fascista responsabile di tutto quell'orrore, di pedalare sulla sua bicicletta, a cavallo tra la Toscana e la Liguria, a far da staffetta per i compagni partigiani.
I fascisti, un giorno, lo presero.
Lo interrogarono.
Lo massacrarono di botte.
Non disse nulla.
E allora lo impiccarono ad un albero.
Era inverno: gennaio 1945. Renato aveva vent'anni e due figlie, l'ultima, appena nata.
E siccome il dolore e l'ingiustizia uniscono molto di più di qualunque altra cosa, la moglie venne accolta dai genitori e dai fratelli di Renato e le bimbe crebbero, insieme alla famiglia e alle generazioni che seguirono, nel ricrodo di un padre, di in figlio, di un fratello e di uno zio ventenne, trucidato dai fascisti.
Renato era il fratello del mio nonno paterno, il mio prozio, e scusate se non riesco ancora a riconciliarmi col passato.
(Elisabetta Cacioppo tessera ANPI n.51527)
4 commenti:
Che dire, solo buon 25 aprile.
Che piacere, Luigi, trovarti qui! Buon 25 aprile anche a te.
Cara Elisabetta, mi chiamo Matteo Cacioppo e Renato era mio nonno: sono il figlio di Sesa (Teresa) , la figlia minore di Renato. Mi sono imbattuto per caso nel tuo sito e sono rimasto meravigliato nell'aver letto l'articolo su mio nonno. Non immagini quanto sia felice di aver trovato questa traccia delle mie origini. Mia madre mi parlava sempre di suo padre; ne era orgogliosa. Uso l'imperfetto perchè lei è scomparsa 2 anni fa. Mi piacerebbe molto poterti incontrare e conoscerti. Aspetto una tua risposta. Saluti Matteo.
Matteo... non sai quanto mi renda felice questo tuo messaggio! Contattami via mail (non riesco a trovare un tuo recapito qui, se no lo farei io più che volentieri)! Il mio indirizzo è questo elisabetta.cacioppo@gmail.com
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